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Worms, grubs, tubes: 3 esche siliconiche soft Bait

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Classic Soft bait 

Nel panorama odierno noi pescatori ci troviamo ad essere bombardati continuamente da novità e varianti del tema soft bait continuamente, tanto che a volte ci sentiamo spaesati al momento dell’acquisto.
Ma esistono tre esche siliconiche che nonostante le tendenze resistono da più di mezzo secolo e continuano a mietere catture, nonostante alcune di queste siano cadute quasi in disuso. Di seguito parleremo dei worms, dei grubs e dei tubes, autentici capisaldi del bassfishing.

Worms

La maggior parte dei pescatori che inizia ad affacciarsi al fantastico e poliedrico mondo del bassfishing al momento dell’acquisto della prima soft bait, molto probabilmente ha acquistato una busta di worms, i famosi “vermoni” che anche agli occhi dei profani ricordano immediatamente la pesca al bass.
La loro semplicità unita ad una comprovata efficacia li rendono un must, capace di sopravvivere alle mode ed alle moderne esche ti tendenza, sapendosi sempre innovare sia per quanto riguarda i materiali utilizzati sia per le loro forme, sempre più specifiche per ogni stile di pesca.
Partiamo dal principio: verso la fine degli anni 40 del secolo scorso Nick e Cosma Creme negli stati uniti iniziarono a sperimentare una mescola di vinili, oli e pigmenti dando vita alla prima mescola delle soft bait, iniziando la vendita per corrispondenza di queste esche nel 1951 del “wiggle worm” un verme dritto con colorazioni molto naturali, che in poco tempo riesci a conquistarsi un posto nel cuore di tutti gli appassionati bass fishing, rimanendo in produzione fino ai giorni d’oggi.
Detto questo è facile capire perchè i famosi “vermoni” spesso sono le prime che che vengono in mente ai pescatori quando si parla di soft bait.
Descrivere i worms nello specifico sarebbe un’impresa quasi impossibile, visto l’immensa variazione delle loro forme, ma possiamo semplificarci la vita distinguendo due grandi famiglie, gli straight worms, dritti e privi di appendici, e i curly tail, dotati di una codina arricciata che si muove emettendo vibrazioni ogni volta che l’esca viene sollecitata.
Di tutti e due i modelli possiamo trovare un gran numero di varianti, partendo dalla grandezza, con modelli finess da 3 pollici ad enormi worms da 12 pollici e oltre, oppure dalle loro forme che possono essere molto realistiche oppure fantasiose, alle caratteristiche specifiche quali l’ampiezza della codina, i materiali con diversa galleggiabilità e diverso peso, al tipo di scent utilizzato ecc…
Migliaia di combinazioni che permettono al pescatore moderno di trovare sempre il worm giusto al momento giusto. Il bello che è sempre il momento giusto per i worms, si adattano a qualsiasi tecnica specifica, dal classico texas rig alla variante spiombata, come trailer peri i jig o calzati su di una jig head, dal wacky al neko al drop shot…. insomma possiamo tranquillamente affermare che la versatilità è senza alcun dubbio una delle loro caratteristiche migliori. L’unica precisazione è quella di non annullare l’effetto del worm con un amo troppo grosso, più la sua sinuosità sarà accentuata meglio è.
L’altra caratteristica non da meno che i worms possiedono è il potere catturante, mi sento di affermare a costo di essere smentito che non esiste esca con una media di catture più elevata, fattore indubbiamente influenzato dalla sua incredibile adattabilità ad ogni tecnica.
Basti pensare quante giornate cupe di pesca sono state illuminate da un bass caduto vittima di un vermetto montato a wacky, quando delle altre esche non ne volevano sapere proprio. Di contro, le sue doti di passe-partout  rendono difficile a noi pescatori di effettuare una selezione sulla taglia del pesce. Difatti anche utilizzando worms oversize un bass da 500 grammi potrà tranquillamente aspirare il boccone.
Ma cosa può sembrare un vermone agli occhi di un bass? Siamo cosi certi che i bass siano abituati alla presenza dei vermi nel loro habitat a tal punto di riconoscerli come preda facile? A questa domanda è praticante impossibile rispondere, a noi basti sapere che un worms può letteralmente cambiare in positivo l’esito delle nostre battute pesca e, anche se si tratta del capostipite delle softbait, cattura alla grande come se fosse stato appena lanciato sul mercato.

Grubs

Dopo il breve viaggio alla scoperta dei worms, parlando di esche old school non si puo non dedicare qualche riga ai fantastici grub, alta esca storica che oggi, specialmente dai pescatori più giovani, viene bistrattata ed etichettata come esca di vecchia concezione.
Sono pienamente d’accordo nel dire che concezionalmente si tratta di un esca datata, ma il rinnovato interesse verso il classico “falcetto” da parte dei produttori più blasonati è un segnale che noi pescatori dobbiamo cogliere come un invito per riscoprire questa fantastica softbait.
All’inizio nacque come alternativa al cugino worm, come imitazione grossolana di un pesciolino composta da un corpo compatto e una codina singola o doppia a forma di falcetto (da qui il nome italiano) che emana un gran numero di vibrazioni quando viene richiamata. Anche qui abbiamo un buon numero di utilizzi, minore rispetto al worm ma senza dubbio molto vari, ad esempio il grub è un eccellente trailer per i jig, sia che si tratti di pesca in cover sia con la tecnica dello swimming jig, quindi perfetto per le jig head ed il texas rig, cambiando le sue sembianze da gambero a pesciolino in base al nostro recupero.
Insomma, anche qui le possibilità di innesco e i campi d’utilizzo non mancano, eppure sempre meno pescatori gli riservano un posto nelle loro tackle box. Ma questo rappresenta un grande vantaggio per chi crede ancora in questo fantastico artificiale, sfruttando l’effetto novità nei posti dove i bass molto pressati conoscono a memoria i cataloghi dei vari rivenditori. Quindi i grubs sono la prova che il detto “old but gold” non è solo un modo di dire, ma un richiamo che ci suggerisce che a volte cose vecchie possono essere ancora oro ai giorni d’oggi.

Tubes

Ora parleremo di un’altra esca incredibilmente dimenticata, dalla super collaudata efficacia ma che nel bel paese non è mai riuscita ad attecchire come meriterebbe, stiamo parlando dei tubes.
Nato per penetrare la cover più intricate con la sua silhouette allungata ed il corpo liscio e cavo unito alla gonnellina nella parte finale lo rendono particolarmente apprezzato dagli amanti del flipping, ma anche a texas, con e senza zavorra sa regalare catture sorprendenti in momenti in cui tutto appare calmo.
Possiamo utilizzarlo con successo anche a finess abbinato ad una piccola jig head, importante qualsiasi sia l’innesco da noi scelto è avere l’accortezza che la punta dell’amo esca più possibile vicina alla gonnellina, perchè con questo artificiale il bass tende a mangiare corto.
Altra particolarità di questa fantastica softbait consiste nel piombare il tube nella parte centrale del suo corpo (in commercio esistono apposite jig head), in cambio otterremo un’adescante discesa a spirale verso il fondo. Se volete provare qualcosa di “nuovo” con alle spalle una lunga scia di gloriose catture, i tubes sono l’esca che state cercando!

Conclusione

Nonostante io sia il primo a provare con grande fiducia tutte le novità lanciate sul mercato dalle varie aziende, considero un errore dimenticarsi dell’esistenza di queste meravigliose esche che rappresentano la basi della pesca con le soft bait al nostro amato black bass!