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Il pesce cavedano: caratteristiche, habitat, segni distintivi, fecondazione

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cavedano
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Cavedano (Squalius cephalus) è un pesce d’acqua dolce dei ciprinidi largamente diffuso in tutta Europa.

Come riconoscere il cavedano

Spesso viene scambiato col leucisco. Ma è facile capire la differenza: il cavedano ha una pinna anale a forma convessa rispetto alla pinna concava del leucisco. Un vero e proprio predatore onnivoro. Nel fiume va a caccia di prede quando tutti gli altri sono in stato comatoso. Come specie fluviale, pesa in media attorno ai 2 kg circa. Con l’introduzione di esche altamente proteiche è possibile prenderne anche da 3/4 kg. Raramente supera i 50 cm di lunghezza. Particolarmente lento, vive anche fino a 22 anni. Oggi come oggi popola, inoltre, i laghi. Specialmente vicini ai fiumi, dove migrano nei periodi di alluvione. In questi luoghi crescono rapidamente data la ricca offerta di cibo e la scarsa concorrenza.

Il pesce cavedano: habitat naturale 

Pesca da bassifondi, abbonda nei tratti medi. Tuttavia, si dimostra altrettanto a suo agio nelle acque più veloci come torrenti e corsi d’acqua nelle grandi pinure. Lungo le acque stagnanti prosperano, ma sono in grado di nutrirsi in ogni condizione. I giovani pesci si alimentano con insetti, larve e crostacei. Raggiunta la maturazione, mangeranno pesci piccoli, gamberi, lamprede di fiume e, in talune occasioni, rane e piccole arvicole d’acqua. Per diventare adulti i maschi impiegano dai 3 ai 4 anni, le femmine da 4 a 8 anni. Depongono tra maggio e luglio, nell’acqua bassa su ghiaia chiara dove le uova, appiccicose, aderiscono a grandi pietre e piante. Entro 10 giorni si schiude, a seconda della temperatura dell’acqua che deve essere compresa tra 18 e 20 gradi °C.

Diversi colori accompagnano i vari stadi evolutivi del cavedano

I pesci piccoli sono scuri con fianchi argentati. Col sopraggiungere dell’invecchiamento la zona dorsale assume una tinta grigio-marrone o verde scuro. E ai suoi fianchi un oro chiaro e brunito che in alcuni luoghi diventa bronzeo. Ha una testa ispessita e un muso smussato. Eppure, non è piccolo come potrebbe sembrare. La bocca, bianca all’interno con labbra robuste e gommose, è estremamente grande in proporzione. Gli occhi sono un po’ più grandi di pesci simili, quindi può contare su una visione particolarmente buona. La grande pupilla è circondata da un sottile anello color oro e un’iride macchiata. Di forma convessa, la pinna dorsale presenta color arancio-marrone acquoso. Che man mano diventa più scura. Per quanto riguarda la pinna dorsale, scuro e bluastra, si trova appena dietro la base delle pinne pelviche. Possieda dagli otto a nove raggi ramificati. E, come già richiamato sopra, ha forma leggermente convessa, anche se sembra quasi rettilinea. Convessa come la pinna pelvica, dai raggi e con colore giallastro, o arancione chiaro in certi luoghi. Vistosamente convessa, la pinna anale contribuisce a distinguerlo dal leucisco. Dai sette a nove raggi ramificati tende al giallastro, ma può diventare arancione intenso in determinati periodi dell’anno. L’imponente pinna caudale, a forma di forchetta grigio scuro bluastro, dà accelerazione e forza in combattimento. Permette di identificare il cavedano nell’acqua perché sembra avere un contorno nero.

Cavedano: il periodo di fecondazione

Nasce in primavera quando la temperatura dell’acqua supera i 12 gradi. Le femmine depongono uova appiccicose che si aggrappano alla ghiaia, alle rocce e alle erbacce. Assolutamente minuscole, si schiudono dopo una settimana, rotolando a valle nel flusso. Nella speranza di trovare acqua più tranquilla e lenta, dove depositarsi e iniziare a nutrirsi. La crescita del pesce giovane è lenta, raggiungendo forse 4 cm dopo un anno, 15 cm dopo tre anni e sui 30 cm dopo 10 anni.

Tempo di deposizione del latte del pesce cavedano

A partire dai tre-cinque anni, le femmine depongono tra 25.000-100.000 uova, a seconda delle loro dimensioni. Si può riconoscere un maschio alla fine di una stagione, perché in primavera e all’inizio dell’estate sviluppano piccole protuberanze bianche sulle loro teste chiamate tubercoli. Che, a quanto pare, le femmine trovano attraenti. Le specie più longeve arrivano addirittura a compiere 25 anni. Sebbene, una aspettativa di vita si aggira sui 15 anni. In Europa, il cavedano cresce fino a oltre 8 kg.

Come influiscono le condizioni ambientali sul cavedano

Le specie presenti in fiume vengono fortemente influenzate dalle condizioni ambientali. Primavere piovose, causando innovazione, distruggono tutte le

cavedano caratteristiche
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uova deposte sui sassi. Le sorgenti calde e asciutte, che producono bassi flussi, possono far sopravvivere molti giovani cavedani. In molti anni, dopo che sono cresciuti, possono dar vita a una grande pesca. Questo tende a rendere la specie molto squilibrata. Un prolungato cattivo periodo di tempo rende la battuta davvero dura. I circoli privati provano a fare scorta negli allevamenti. Probabilmente sarebbe più opportuno accettare le variazioni naturali del fiume.

Cibo naturale

Quando sono minuscoli, i cavedani mangiano pochi glycera, pulci d’acqua, mosche di maggio e altri insetti. Come crescono, catturano prede sempre più grandi. Fino al 30% della loro dieta, abitualmente, è costituita da un altro pesce (comprese le anguille) e persino uccelli acquatici.

Nel XVII secolo, le cavallette erano considerate la migliore esca.

Anche ibrido…

Oltre al cavedano puro, esistono anche degli ibridi, ottenuti, per esempi, con le scardole. Stranamente col leucisco, nonostante abbiano molto in comune, non ne derivano ibridi. I denti faringei hanno una forma molto caratteristica per ogni specie. E sono quindi un tratto distintivo spesso usato per riconoscere se è di razza pura o meno I pesci ibridi sono spesso sterili e incapaci di riprodursi. Questo a volte consente crescita maggiore del normale nelle dimensioni. Poiché nessuna energia viene “sprecata” nel produrre uova, diventa più propenso ad aumentare la massa.

Cucina

Per chi volesse assaggiarlo il cavedano non creerà alcun problema. È infatti commestibile. Sulla sua bontà o meno circolano varie opinioni. C’è chi lo propone in mille varianti: marinato, in bianco con maionese, al forno con cipolle, al forno in salsa, spezzatino, ai ferri e altro ancora. Comunque, anche se non è molto saporito, sta all’abilità del cuoco renderlo tale. La tecnica maggiormente rinomata, e forse facile, consiste nel metterlo sulla griglia. Lasciare le squame che proteggono la pelle, e spellarlo dopo la cottura. Così il gusto non verrà affatto perso.