Home Specie ittiche Pesce coregone: specie, tecnica di pesca, attrezzatura e curiosità

Pesce coregone: specie, tecnica di pesca, attrezzatura e curiosità

119
0

Tra tutte le prede insidiabili con le esche artificiali, pochissime richiedono una tecnica specifica come il pesce coregone. Se non utilizziamo una tecnica particolare la cattura di quella specie risulta quasi impossibile.

Lanciando un artificiale, come può essere un classico cucchiaino, le specie catturabili possono essere svariate, a volte assai differenti dal nostro target.

Ma c’è un pesce che richiede attenzioni particolari, dove per la sua cattura l’autocostruzione degli artificiali e a volte pure della canna da pesca risultano fattori determinanti. Stiamo parlando del salmodie più enigmatico che popola le nostre acque, ovvero del pesce coregone.

Prima di andare avanti con la lettura, ti chiedo un favore! Metti MI PIACE  ❗  alla nostra pagina Facebook  😉

Molti di voi probabilmente lo conoscono solo come una pietanza presente nel menu’ di molti ristoranti, pensando erroneamente che la sua pesca si limiti all’utilizzo di reti.

Il coregone può vantare una tecnica tutta sua, che spesso risulta micidiale anche per la cattura di altre specie (persico e salmerino alpino in primis), ma che è nata appositamente per insidiare questo splendido salmodie.

Sei interessato alle specie ittiche? Leggi anche questi articoli:

Pesca coregone: conosciamolo meglio il protagonista di questo articolo, partendo da una descrizione morfologica e comportamentale.

Il coregone fa parte della famiglia dei salmonidi, ha una forma slanciata ed un colore tendente al grigio azzurro. Possiede squame molto ruvide, e deve il suo nome scientifico “coregonus” alla particolare forma appuntita delle sue pupille.

Possiede un’apparato boccale molto piccolo che lo aiuta nella ricerca del suo cibo preferito, le larve di chironomo.

Passa la sua intera esistenza alla ricerca di cibo a grande profondità, che cambia durante i vari periodi dell’anno. Si avvicina a riva solo nel periodo della riproduzione, che avviene di solito verso la fine dell’anno, dove gli esemplari si radunano durante la notte compiendo una sorta di giravolte sulla superficie.

Come abbiamo detto in precedenza la sua dieta è composta prevalentemente da larve di chironomo e altre larve presenti sui fondali fangosi, rendendo questi ultimi il suo habitat preferito.

Ma parliamo adesso dell’azione di pesca, tentando di fare una panoramica completa che possa fornirvi un quadro generale sulla caccia al coregone.

Partiamo dagli artificiali, avremo bisogno di alcune amettiere con delle imitazioni di larve di chironomo. L’amettiera o la sonda può avere un numero variabile di ami, da tre a dieci in base alle norme vigenti, dev’essere piombata alla fine con un piombo a pera di un peso che va dai cinque ai venti grammi in base alla profondità in cui andremo a cercare il coregone.

Fino a qui tutto facile, ma se entriamo nel dettaglio ci accorgeremo di avere a che fare con un pesce assolutamente lunatico. In base alle giornate preferisce imitazioni più o meno grandi, sottili o spesse, lucide o opache, arrivando anche a ghermire un solo colore nell’arca della giornata.

Quindi questo ci porta a piedi pari nel mondo dell’auto costruzione, partendo dai colori base (blu, viola, nero, rosso, marrone) abbiamo un’infinità di varianti ad esempio corpo blu opaco, spirale di tinsel argento, testina rossa ecc… Avrete sicuramente capito da soli che avere un gran numero di sonde risulta un fattore determinante per portare a buon fine la nostra pescata al coregone. Altro dettaglio non da poco è la canna da pesca, che tradizionalmente può essere di tre tipi:

1- CANNINO:

si tratta di una canna molto corta con una lunghezza compresa tra 120 e 180cm. Calcolando che le nostre sonde possono arrivare anche a 3 metri di lunghezza, una volta catturato il pesce nel momento del salpaggio, verrà applicata nella parte posteriore del manico una sorta di prolunga per agevolare l’operazione. Il cannino è un attrezzo molto sensibile che ci permette di sentire perfettamente ogni minima tocca.

2- CANNA PER IL GALLEGGIANTE:

si utilizza appunto per la pesca con le sonde e il galleggiante. Questa canna dev’essere più lunga delle sonde che andremo ad utilizzare per permetterci lanci lunghi e precisi. Si tratta di un’attrezzo generalmente abbastanza potente e non specifico per la pesca la coregone.

3- CANNINO IBRIDO:

è la tipologia più utilizzata in Italia. Si tratta di una canna lunga fino a tre metri che mantiene la stessa sensibilità del cannino garantendoci maggior confort durante l’azione di pesca. Anch’essa è molto sensibile ed una volta allamato il pesce esibisce una spiccata azione parabolica che ci aiuta a prevenire le slamate.

Per i mulinelli anche qui abbiamo due tipologie molto differenti tra loro:

1- RUOTA:

trattasi di un mulinello molto simile a quello utilizzato nella pesca a mosca. Ci permette di contare i giri di manovella sia in discesa che in risalita dandoci un’idea abbastanza chiara della profondità in cui stiamo facendo lavorare la nostra sonda. Hanno come difetti una lentissima ascesa della nostra amettiera verso il fondo e la frizione scarsa ed in alcuni casi inesistente.

2- MULINELLI CLASSICI:

un mulinello classico da spinning è sicuramente la scelta migliore sia per comodità che performance. L’unico neo è la relativa difficoltà che riscontreremo nel valutare la profondità d’azione della nostra sonda, quando saremo costretti a cercare i coregoni staccati dal fondo.
Per tutte e due le tipologie di mulinelli un’ottima treccia sarà senza dubbio la scelta migliore, facendo valere le sue doti di rigità e scorrevolezza.

Altri partners fondamentali nella caccia al coregone sono la barca e l’ecoscandaglio. Senza di essi la ricerca del pesce diventa veramente complicata, specie se non si conoscono perfettamente gli spot che andremo a battere.

Naturalmente non stiamo parlando di imbarcazioni specifiche (tipo bassboat), trattandosi di una pesca verticale e piuttosto statica qualsiasi natante andrà benissimo. Invece il discorso ecoscandaglio è differente, più spenderemo per avere un’attrezzo di qualità. Meno sarà complicato distinguere chiaramente i coregoni in mezzo agli pesci (solitamente sull’ecoscandaglio i coregoni si manifestano attraverso degli archi sul display).

Un’altro fattore che può aiutare è la presenza di una schiusa in superficie di larve di chironomo, in questo caso se il branco di larve verrà individuato dai coregoni assisteremo ad una vera e propria frenesia alimentare.

Una volta raggruppata tutta l’attrezzatura sopracitata siamo pronti per la caccia! Ci dirigeremo su fondali dal fondo fangoso (lo capirete notando un certo effetto ventosa del piombo sul fondo dovuto alla presenza di limo), profondità di almeno 25 metri, caliamo le nostre sonde animandole molto lentamente alzando la punta della canna, a volte faremo 5/6 giri veloci di mulinello e sapremo l’archetto in modo che il piombo si conficchi nel fango alzando una nuvoletta di detriti che simula una schiusa di chironomi.

Occhi fissi sull’ecoscandaglio, appena appariranno i famosi archetti sul display concentrazione al massimo, la subdola toccata del coregone richiede ferrate pronte e ben assestate. Preparatevi a far fischiare la frizione, perchè come ogni salmonide venderà cara la pelle!

Michele Capizzi per pescare.biz