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Pescare: spinning in Laghetto, toccata e Fuga! da Yuri

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la pesca spinning in laghetto
la pesca spinning in laghetto

Eccoci qui ragazzi! Dopo l’articolo sull’attrezzatura da spinning in laghetto, sono qui a raccontarvi l’uscita appena conclusa.

Spinning in laghetto: sveglia presto e si parte

Sono giorni ormai che attendo questo momento e finalmente è arrivato.

Lunedì sera, smonto da lavoro alle 23, sono parecchie ore che penso a dove andare a pescare domani mattina e dopo alcune considerazioni mi decido: domani mattina vado al Lago Capanna a Cusago (MI).

Arrivo in box e comincio a preparare l’attrezzatura per l’indomani mattina, tutta roba molto easy, la mia solita canna, guadino bello grosso in rete gommata e il mio monospalla ormai zeppo di artificiali.

artificiali spinning
artificiali spinning

Ci siamo, salgo a casa, metto in ordine le ultime quattro cose e mi fiondo a letto che domani la giornata inizia presto. Ovviamente non riesco a prendere sonno fino alle 2.

Per chi si dovesse chiedere come mai la mattina del martedì ho la fortuna di essere a pesca, la risposta è solo una: ho la fortuna di lavorare su turni, anche sfiancanti a volte e magari senza riposi per dieci o dodici giorni, ma rinunciando ad ore di sonno posso permettermi di passare qualche ora a pesca anche in settimana, quando in genere i laghetti sono un po’ meno battuti.

Driiiiiiiiiiiiiin   sono le 6.15 suona la sveglia

In un secondo sono giù dal letto, sempre facendo attenzione a far meno rumore possibile per non svegliare la morosa che ancora dorme tranquilla e beata.

Mi muovo come se fossi un ninja fino in cameretta, prendo i vestiti che utilizzo per la pesca e mi allontano dalla camera da letto senza emettere alcun tipo di suono o rumore, come se camminassi sul velluto.

Una rapida occhiata a tutti i miei animaletti che ho sparsi per casa… I tre acquari sono in ordine, i terrari con i gechi sono a posto e ho anche il piacere di trovare Jax, il mio geco crestato, fuori dalla sua tana che mi guarda con aria tenera ed incuriosita.

Bene, ora posso pensare a me, preparo il caffè mentre mi lavo i denti, vuoto il succo d’arancia nel bicchiere e ci sono, mi lavo e mi vesto, consumo quanto preparato prima, qualche mandorla e si va!

Carico la macchina e si parte, vista l’ora decido di fare una delle mie strade che mi consente di evitare il traffico che potrei trovare sulla A4.

La mattinata non è delle migliori, fresco ed un po’ di nebbia ma tanto finché sto in macchina la cosa non mi preoccupa.

È ormai più di un anno e mezzo che non frequento questo lago. Quindi non so cosa aspettarmi, le domande e i dubbi durante il viaggio si fanno sempre più persistenti. “Troverò un buco dove infilarmi per fare qualche lancio? Chissà il pesce dove stazionerà… Ci saranno trote di taglia interessante? Con che esca parto?”

Insomma, sempre la solite domande che ci si fa prima di iniziare la giornata di pesca e che come al solito troveranno risposte solo una volta arrivati al lago.

L’arrivo nel laghetto

Imbocco la stradina che porta al lago, ci siamo quasi… booom… c***o! Maledetto il giorno che hanno fatto quel dosso e somaro io che me lo sono dimenticato. Poco male, ormai ci sono, sono arrivato nel parcheggio, apro il baule e mi preparo.

spinning in laghetto il viaggio
spinning in laghetto il viaggio

Scarponi, giacca pesante, monto la mia due pezzi, metto il monospalla e inforco gli occhiali polarizzati (che ormai mi seguono in tutte le battute di pesca ed in qualsiasi condizione), chiudo il baule e mi incammino.

Alt, fermi tutti! Torno alla macchina, senza il cappellino nuovo dello Spinning Club Le Volpi non si pesca! Habemus Cappellinum!

 

 

Equipaggiamento completo, passaggio al volo al banco del bar per un secondo caffè e si può andare a fare il permesso.

Sono le 7.30 circa, comincia a schiarire, decido per 3 ore di permesso visto che poi devo avere il tempo di tornare a casa per mettere a posto e farmi una doccia prima di andare a lavoro.

Entro finalmente nel lago, c’è già qualche altro pescatore sulla sponda, sono i “soliti” pensionati che pescano a fondo con due canne. Ormai hanno l’abbonamento e hanno piantato le radici nella loro postazione. Fa niente, il lago è grosso e confido nella presenza di pesce un po’ ovunque ma comunque potrò basarmi anche su di loro per vedere dove staziona il pesce e come mangia.

Mi dirigo subito dove c’è la rete che divide il lago principale da quello dove si pratica la pesca no-kill.

Il lago è una tavola, completamente piatto ma ogni tanto si vede in lontananza qualche bollata del pesce, alcune anche grosse che fanno pensare a pesce di taglia. La cosa mi rincuora e inquadro subito una possibile esca che mi consenta di arrivare nella zona dove spero ci sia il branco.

Apro la scatola e tiro fuori l’esca, un lipless, colore avannotto quindi naturale sulle tonalità di grigio con schiena più scura e ancoretta solo in coda.

Lo attacco al mio moschettone, rialzo la testa verso il lago e subito scorgo un’altra bollata, è ufficialmente il momento di lanciare e veder di tirar fuori qualche bel pesce!

Si comincia a pescare

Parte il lancio e la mia mattina di pesca è ufficialmente iniziata!

L’esca tocca l’acqua e si comincia il recupero, provo a fare una passata poco sotto il pelo dell’acqua ma nulla. Siamo solo all’inizio e ovviamente sarebbe troppo scontato e semplice attaccare subito qualche pesce, perderei quasi il divertimento di cercarmi la preda.

Dopo qualche altro tentativo a profondità diverse vedo degli inseguimenti alla mia esca da parte di trotelle di piccola taglia negli ultimi metri di recupero, riesco a vedere che le trote salgono dal fondo per inseguire la mia esca e quindi decido di cambiare subito approccio.

Opto per pescare con un ondulante, così da riuscire a sondare bene anche l’ultima parte di lago e rimanere in profondità prima di tirar fuori l’esca per il nuovo lancio.

Ora si comincia a ragionare, comincio a sentire delle tocche alla mia esca e delle mangiate più decise, ma il risultato non cambia. Ancora non riesco a fare in modo che il pesce resti attaccato, molto probabilmente a causa della taglia del pesce. A mali estremi…estremi rimedi.

Cambio nuovamente esca, sempre un ondulante ma di colore e taglia differente.

Primo lancio è C’È!

Il pesce è a riva in pochissimi secondi, attrezzatura sovradimensionata per prede di queste dimensioni, ma non sono qui per prendere le piccoline.

Va comunque benissimo così, il cappotto lo abbiamo tolto, quindi abbiamo un pensiero in meno.

Continuo con questa esca sperando di trovare anche qualcosa di più grosso ma nulla.

Ancora un po’ di lanci, qualche preda e si cambia di nuovo artificiale.

Altro ondulante, leggermente più grosso, colore differente e con un nuoto più ampio.

Anche qui comincio a sentire i primi pesci sempre a poca distanza dalla riva, giusto due giri di manovella prima di alzare l’esca dall’acqua.

Ecco che iniziano anche con questo le catture, si susseguono cinque o sei pesci portati sulla sponda, ma ancora tutti della stessa taglia.

Ho fatto un po’ di pesci, parecchi ne ho solo sentiti e alcuni li ho slamate durante il recupero, sono le 9e30 e sono passate ormai due ore dall’inizio della pescata.

Dovrei essere abbastanza soddisfatto perché comunque una decina di pesci sono nel mio secchio, ma mi manca ancora qualcosa. Qualcosa che mi dia realmente soddisfazione e che faccia lavorare la frizione del mio mulinello.

La nebbia ha lasciato spazio ad un pallido sole ma nel frattempo si è alzato anche il vento, fortunatamente mi soffia giusto in faccia, ciò mi fa sperare che qualche pesce di discreta taglia si cominci a muovere.

Mi guardo attorno come un bambino che ha perso i genitori nel bel mezzo del centro commerciale nel primo giorno di saldi. Cerco di capire se qualche altro pescatore sulla sponda sta facendo catture importanti, ma nulla, anche gli altri solo pesci di dimensioni contenute.

Il tempo corre tiranno, inizio a provare parecchie esche che ho nelle scatolette, minnow, lipless, addirittura rotanti.

Manca solo mezz’ora allo scadere del permesso ma non demordo! Ondulante di dimensioni più generose per cercare di far selezione sulle trote e per riuscire ad arrivare a distanze maggiori nel lancio.

Primo lancio, nulla

Secondo lancio. Avete presente quelli che proprio vengono bene? Quelli che sembra che l’artificiale prenda il volo e schizzi via come un proiettile? Ecco, proprio cosi, l’esca cade una decina di metri più al largo del lancio precedente, conto 5 secondi per far calare un po’ la mia esca e comincio il recupero.

Riavvolgo si e no due metri di filo quando finalmente sento la botta in canna che aspettavo da tutta mattina!

C’È! E sembra anche bella!

Finalmente sento sfrigolare la frizione e sento il filo che mi esce dalla bobina.

Il pesce è quasi in mezzo al lago e la mia canna se lo lavora alla grande, mi sento già soddisfatto ma ora è il momento di lavorarlo per bene e tirarlo sulla sponda.

Dopo qualche minuto di combattimento ( e godimento ) il pesce è sotto riva, prova a fare qualche ripartenza ma riesco a gestirlo alla grande. Noto con piacere che ha mangiato bene e l’esca è ben piantata nella sua bocca.

Con calma prendo il guadino, mi piego sulle ginocchia e…finalmente posso godermi il momento.

Il pesce è sulla sponda, sarà un chilo e mezzo, qualcosa più o qualcosa meno, ma per come stava andando la giornata mi reputo più che soddisfatto!

Mancano solo dieci minuti ormai, continuo a crederci.

Ancora qualche lancio, sento ancora le pizzicate di trote di piccola taglia e una riesco a portarla a riva.

Decido che per oggi va bene così, io ci ho provato e mi sento soddisfatto, il mio discreto numero di catture l’ho fatto e anche una bellina.

Benissimo!

Si chiude la canna e si mette in ordine l’attrezzatura, saluto gli altri pescatori e gli lascio il pesce che ho catturato.

Carico la macchina e con la voglia di restare a pescare e mi dirigo verso casa, tra qualche ora comincia la giornata lavorativa.

Sicuramente la prossima andrà ancora meglio, nel lago c’è tanto pesce e di bella taglia anche se questa mattina ha fatto fatica a farsi vedere.

Alla prossima!

Yuri.