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Tutto sulla pesca delle trote giganti al lago: esche, ami, canne, consigli

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pesca delle trote, trota gigante
pesca delle trote, trota gigante

Dopo aver maturato le prime esperienze con piccole trote al lago si cercano nuove sfide. Impegnative. Complicate. Che mettano seriamente alla prova.

Per intraprenderle ci sono due opzioni: continuare altrove o andare a ritroso. E dunque scovare le più grosse.

Come logico che sia, il coefficiente di difficoltà sale. È importante, macché fondamentale, sentirsi a proprio agio. Perché questi pesci hanno un “sesto senso”: capiscono lontanamente se c’è qualcosa che non va.

Per trarli in inganno occorre cogliere le minime occasioni. Le percentuali di riuscita inevitabilmente aumentano preparata l’attrezzatura adatta alla situazione.

Giubbino

Anzitutto, scegliere vestiti all’altezza. Non tanto belli nel design, piuttosto funzionali. Questa è la parola d’ordine.

Un buon giubbino, benché se ne dica, conta. Nella larga maggioranza, sono realizzati in tessuto di cotone o misto cotone/poliestere. Ed hanno fino a 20 tasche, per contenere ganci, slip shot, esche artificiali e altro ancora.

Sarebbe meglio che le tasche avessero cerniere di sicurezza o chiusure in velcro. Così assicurano che niente cada, mentre si naviga in un corso d’acqua.

Anche un assortimento di anelli a D torna utile.

Un buon giubbino, di solito, ne propone due o tre davanti e uno sul retro, al quale fissare il guadino. Il collo in morbida schiuma e imbottiture in neoprene possono rendere molto più comodo il trasporto.

Non sottovalutare poi il valore di un buon cappello e degli occhiali da sole. I più grandi pescatori sono acuti osservatori.

Devono essere infatti in grado di riconoscere perfettamente cosa succede in acqua. Optare per un cappello a testa larga o un cappellino da baseball, combinato con occhiali polarizzati, riduce notevolmente l’effetto abbagliante. E consente di tenere d’occhio la trota, così come l’ambiente dove vive.

Trampolieri e stivali

Per raggiungere le zone più popolate dalle trote si sale in barca. Ma in alcuni casi è necessario spostarsi a piedi in acqua.

Ecco dunque che molti appassionati acquistano efficaci calzature. I trampolieri, generalmente prodotti in gomma vulcanizzata, coprono fino alla sommità delle cosce o fino alla vita.

Se provvisti delle bretelle, arrivano anche più in alto: trattasi dei cosiddetti trampolieri sul petto. Qualunque sia la tipologia scelta, è preferibile, come materiale, il pile di poliestere.

Qualora i trampolieri appaiano eccessivi, si possono prendere in considerazione gli stivali. In gomma, da 40 cm, e a caviglia stretta, mantengono i piedi asciutti.

Alcuni pescatori prediligono stivali alti fino alla caviglia, poiché meno stretti.

Attrezzature pesche giganti al lago

 Morbido e pratico. Scelto un abbigliamento che rispetti i suddetti requisiti si passa alla strumentazione vera e propria.

Lunghe dispute accompagnano il finale: corto, lungo o medio? Il consiglio è uno solo: sperimentare. Anche facendo ricadere la scelta su modelli apparentemente bizzarri.

In teoria, dovrebbe coprire dai 90 centimetri fino ai 2 metri, in base al fatto che sia un piombino o una bombarda. La ragione va individuata nella dinamica dell’esca. Che, mediante un terminale lungo, opererà sul fondo. Col filo che esercita effetto trainante e i continui colpetti dati sulla punta della canna, il terminale tende ad alzarsi. Se lunga, l’esca oscillerà nelle profondità.

Al contrario, se corta, inciderà prevalentemente il vetrino, visto che si allontanerà dagli strati più bassi.

Canne leggere o pesanti?

 Suona scontato. Eppure, a scanso di equivoci, lo sottolineiamo: non tutte le canne sono uguali. Mentre se ne compra una, numerose variabili vanno prese in esame. E, solo dopo aver seguito uno studio accurato, è saggio tirare le proprie somme. In quanto lo scopo di questo articolo è pescare trote giganti al lago si consigliano canne leggere.

Quelle dure e potenti semplificano troppo il combattimento. Piuttosto che il risultato (esistono metodi decisamente meno faticosi), a colui che pesca interessa principalmente di provare intense emozioni.

Pertanto è meglio che si diriga su canne leggere. Ancor meglio se ultraleggere. La soddisfazione non ha nulla a che vedere con quelle elargita da attrezzature “pesanti”. Che ha senso comprare solo agli inizi. Quando danno, appunto, una grossa mano mentre si sta affinando la tecnica

Canne leggere dimensioni

 Comprendono canne telescopiche o tre pezzi, non superiori, come dimensioni, ai 4,2 metri. Secondo il peso, le si può dividere nelle seguenti classi:

  • 0,3 grammi, per la pesca di ricerca
  • 1-4 grammi, per la pesca coi piccoli vetrini
  • 2-6 grammi, per vetrino o piombino
  • 3-8, per medio-grandi vetrini o piombini
  • 4-12, per bombarde o piombini con grandi dimensioni

Canne leggere lunghezza

Non c’è trucco, non c’è inganno. La differenza tra un buon e un cattivo pescatore è da ricercarsi anche nelle capacità organizzative.

Uno navigato nel mestiere confermerà che scegliere luoghi adatti è decisivo. Il segreto sta nella conoscenza delle prede a cui si punta. In merito alle trote, è risaputo che amano sguazzare nei piccoli corsi d’acqua.

Ripari piccoli, ma grandi a sufficienza per ospitare al loro interno i pesciolini, nascosti sottobosco. La lunghezza ideale va da 1,2 a 1,5 metri.

Mulinelli

Se combinati a un impianto di filatura ultraleggero, offrono massima flessibilità. Anche qui rispondono meglio quelli aventi taglia piccola (1000-2000) e media (2500-3000), con rapporto di recupero lento.

I fili in bobina si aggireranno attorno a 0,14-0,16 mm ed i terminali, in fluorocarbon, a 0,12-0,14 mm. Come lunghezza, hanno queste misure:

  • 90-120 cm per i piombini
  • 120-150 cm per i vetrini
  • 150-200 cm, per le bombarde piccole

I terminali presentano tali lunghezze per consentire all’esca di lavorare perennemente sul fondo. Ogni movimento della canna viene trasmesso al vetrino. Che, per tutta risposta, li invia all’esca facendola salire e scendere.

Premesso che il terminale sia corto. Se è lungo infatti i movimenti arrivano in ritardo e l’esca perde qualche prezioso istante sul fondo.

Esche naturali

Usufruire delle mosche artificiali può rivelarsi gratificante, ma la curva di apprendimento è più ripida con un’esca naturale. Alcuni pescatori preferiscono trovarle direttamente vicino all’acqua.

Un po’ di perlustrazione farà apparire le larve acquatiche conosciute come corydalidae, cavallette, sanguisughe e tricotteri. Anche piccole salamandre vanno dritte all’obiettivo.

Altri sportivi portano la loro esca direttamente da casa. I nighcrawler, grandi lombrichi che emergono dal terreno la notte, godono ancora delle preferenze.

Fissati con ami bronzati dal n. 10 al n. 14 con punta diritta, rimangono attivi e vivaci per diversi minuti sott’acqua. I minnows e le tarme della farina attirano, a loro volta, le trote.

Alternative alle larve

Ce ne sono di ogni, dalle camole alla pastella verde fluorescente. Proprio come gli inneschi. Si parte con quello singolo. O, in alternativa, con la doppia camola, una collocata di fronte all’altra.

Proseguendo, si passerà alla singola pastella verde fluorescente, alla pastella e camola ed infine alla uova e camola. Per avvalersene efficacemente, è opportuno seguire precise istruzioni.

Tanto per cominciare, l’innesco singolo ha portata quasi universale. Vale a dire che funzionano praticamente in ogni situazione. Sia nel caso di trote giganti scaltre sia poco smaliziate.

Stesso discorso per l’innesco doppio.

Tale stratagemma funziona soprattutto dopo la semina. In quanto innesco atipico, instilla curiosità nella trota. Che, una volta avvistato, le si avvicina e prova a cibarsene. La pastella verde fluorescente o arancio vivo serve a rallentare la pesca, sfruttando il galleggiamento dell’esca. Il motivo è da rintracciarsi pure nel colore acceso. Suscita infatti un forte richiamo sulle trote, specialmente di grosse dimensioni. A quanto pare, il luccichio dei brillantini stuzzica.

Esche preconfezionate

Costituiscono un’alternativa. Diversi produttori vendono uova di salmone in bottiglia, pellet di mais e paste. Potrebbe essere necessario aggiungere un piccolo granulo di piombo per avere abbastanza peso e tenere così giù l’esca. Esche artificiali I filatori, di metallo, ruotano in acqua.

Semplici, oppure guarniti con piume o coda di rondine. Sempre di metallo i cucchiaini: concavi, oscillano e si torcono, imitando l’esca viva. Infine, le spine, piccole e leggere, in legno di balsa o plastica.

Ami

Libere o agonistiche, è chiaro che devono sposarsi all’esca. Pollice alto per taglie 8-10, con punta diritta. Super quelle con punta inclinata 6-12, dirette ai pesci difficili da prendere. Una parentesi va aperta sulla cosiddetta “penna”, che va dai 2 ai 4 grammi. È un galleggiante che permette la pesca statica. Adatte alle trote svogliate, situate nelle profondità. Come le giganti, che pazientemente attendono il boccone sia servito nelle loro vicinanze. Per tutte bisogna prestare attenzione al colore.

Solitamente si adoperano ami neri o bronzati col verme o il gotass. Oppure chiari, cioè argentei, per le camole e i kaimani bianchi. A proposito del kaimano bianco, un’esca singola ma sufficientemente voluminosa, l’amo varia dal n. 3 al n. 6 (massimale). Da adeguare in base all’esca, presenta comunque una curvatura abbastanza ampia. Misure più o meno analoghe pure per i vermi e tronchetti. Singole e appariscenti. Le dimensioni vanno drasticamente cambiate qualora si preferiscano invece le camole.

Qui infatti, per l’innesco doppio, si passa dal n. 4 al n. 6, per l’innesco singolo dal n. 7 al n. 10, talvolta anche fino al n. 12. Citato in precedenza, il gatoss è un’esca piuttosto rara. Larva della zanzara maschio, è alquanto valida al tocco leggero.

Da appuntare sottopelle, o sotto la piccola cresta (altrimenti perde liquido, divenendo innocuo). Con filo sottile a gambo corto e curva ampia.

Se scoperto ha poca importanza, purché si muova liberamente e tragga in inganno la trota. Per celarlo, metterlo in un recipiente. Accompagnandolo con foglie e terra. Che si raccolgono direttamente assieme alla larva. A causa della breve durata, conviene prenderla nuova per ogni singola uscita.

Si usano, singolarmente, ami piccoli n. 10-12, o pure 14, a gambo corto, molto sottile e dalla punta affilata. Così non si corre il rischio di comprometterne la fragile vitalità.

 

Bobine e reti

Non tutte le reti sono uguali. Alcune, se usurate, possono ledere il pesce. Nel corso dell’acquisto, vanno considerati diversi fattori: la grandezza del cerchio, o arco; la lunghezza della maniglia; la profondità della rete; il materiale e le dimensioni delle maglie.

La tradizionale rete da pesca di trote era costruita in legno d’acero e conteneva un manico da 20 cm. E una rete di nylon da 1,9 cm. Oggi, l’alluminio sostituisce spesso il legno. In virtù del vasto assortimento, i pescatori hanno ampia scelta.

Sfortunatamente, le reti a maglie sottili standard non sono adatte al catch & release: danneggiano il rivestimento protettivo della trota. E, di conseguenza, deteriorano i raggi della pinna caudale.

Trote di gomma

Onde evitare spiacevoli inconvenienti, e rispettare l’habitat naturale, si stanno diffondendo trote in gomma. Hanno un sacchetto monoblocco in mesh termoplastico stampato. Che si espande per adattarsi alle dimensioni e al peso del pesce. Inoltre, presentano un pannello inferiore piatto per supportare l’intera lunghezza del fermo. In tal modo, alleviano lo stress sul pesce e, in definitiva, il numero di trote che muoiono dopo essere state rilasciate.

Porta pesci

Per il trasporto a casa della fortunata pesca sono presenti sugli scaffali molteplici proposte.

Stando sul classico, il caro vecchio cesto è ancora un must. A forma ovoidale, è realizzato col ferro. Ha una maglia che si chiude e, dunque, si schiaccia. Dalla sua l’estrema praticità.

In pochi istanti il gioco è fatto. E per questo ha avuto modo di diffondersi su larga scala.

Principianti ed esperti si trovano concordi nel ritenerlo ancora il prodotto numero uno.

Anche solo perché viene commercializzato ampiamente nei negozi di caccia e pesca. In memoria delle antiche tradizioni continua a spopolare. Una passione trasmessa di generazione in generazione.

Comprensibile valore affettivo che spinge a virare verso soluzioni storiche. Lo dimostra quanto i pescatori amino adoperare sempre le nasse a salice diviso, ma molti scelgono la borsa retinata.

A livello di funzionalità, reggono ottimamente il passo i cavalletti porta pesci in alluminio inossidabile. Accessorio in voga tra i tipici amanti, come per i garisti. A discrezione, è possibile comprare i modelli dotati di rullo e turbo laterale. Sulle quali appoggiare la canna.

Così come alcuni predispongono anche di ruote. Contenenti barattoli porta esche con tappo clip clap e prese d’aria, assicurano buona ossigenazione.

Ciliegina sulla torta, le diverse sacche portatutto e le praticissime portacanne in plastica. In cui collocare le canne durante l’innesco e quelle inutilizzate.