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La pesca del pesce persico al lago: tecniche, consigli, attrezzature

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pesca del pesce Persico al lago
pesca del pesce Persico al lago

È (giustamente) considerato uno dei pesci simbolo per ciò che concerne la pesca lago. Tra gli appassionati circolano voci e dicerie sul suo conto. Una reputazione meritatamente conquistata. Agli inizi approcciarlo è davvero, davvero ostico. Il gustoso sapore del persico reale ricompensa però coi dovuti interessi.

Tant’è saporito il suo filetto che in tanti lo preferiscono alla trota salmonata. Ma questo è solo un aspetto che ne alimenta il fascino.

 

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Pesca del pesce Persico reale: caratteristiche

Il persico reale è un predatore d’acqua dolce. Non di certo confondibile con altre specie. La livrea, interamente verde, si caratterizza con striature sul dorso. Pinne arancioni ispirano simpatia.

Comunque a distinguerlo è soprattutto il modo in cui mangia l’esca, così come la strenua resistenza che oppone quando abbocca all’amo. Con una bocca particolarmente estesa, tanti piccoli denti tramortiscono l’esca prima dell’ingoio finale.

Per separarlo dall’amo, aprire il persico leggero con una leggera pressione del pollice e slamarlo. Attenzione a non forzare eccessivamente la mascella. Poiché si muove spesso in branco, è possibile mettere a segno ottimi bottini in breve tempo.

Tuttavia, stanarlo richiede parecchia pazienza. Attendere, senza frenesia, l’attimo fuggente è fondamentale. Così come osservare l’ambiente con occhio vispo. Meglio dunque desistere se tenacia e caparbietà lasciano a desiderare.

Quando pescare il persico reale al lago

Il momento ideale parte nel mese di giugno, e raggiunge il picco a inizio luglio, nel momento in cui la temperatura raggiunge i 20 gradi. Rutili e alborelle si muovono molto nei punti di corrente.

Il persico reale si nutre soprattutto dei loro piccoli, lunghi dai 2 ai 3 cm circa e nati lo stesso anno. Lanciarsi nella cattura è divertente: caccia i pesciolini quasi a livello superficie. Nonostante faccia gola, ricordiamo che alcune regioni vietano la cattura ad aprile e maggio.

Verificare il regolamento.

Alimentazione

Andarne alla ricerca implica massima concentrazione. Questo pesce sa rendersi invisibile e difficile da catturare. Abbastanza scaltro da cacciare le prede in totale silenzio sotto la superficie. Si muove in zone basse o vicino alla vegetazione sommersa.

Tuttavia, spesso viene avvistato in riva, mosso dalla curiosità. La profondità e la temperatura dello specchio lacustre, la grandezza del bacino, l’eventuale presenza di ostacoli ne influenzano il comportamento. Sua vittima preferita il pesce da foraggio. Che esercita una forte attrattiva nei suoi confronti.

Ecco perché seguirne le gesta può rivelarsi una strategia produttiva. In solitaria, o insieme a pochi simili, il persico reale naviga nel fondo verso invertebrati come vermi e larve.

Attenzione ai minimi dettagli

Di fatto, calma e disciplina sono ingredienti essenziali. Altrimenti emerge frustrazione. Chi è ormai un veterano, sa che tocca, almeno un po’, prendere tempo.

Questo lasso consente di stabilire la presenza o meno in acqua. Purché si abbia adeguata sensibilità nel rilevare il cambiamento di uno specchio d’acqua.

Leggere, impalpabili sfumature aiutano a determinare se il persico reale si aggira nei paraggi. La disponibilità o meno varia in base a fattori quali l’orario, la pressione atmosferica (in rapporto alle condizioni meteorologiche) e le variazioni di luminosità.

Un’affidabile spalla è l’ideale: terrà a bada gli altri pesci in “battuta”. Ammesso che si tenga duro in ferrata o durante il recupero.

Piccoli laghi nella pesca del pesce Persico

Eccezion fatta per l’inverno, è possibile trovare persici nel sottoriva. Occhio a piazzole erbose, ostacoli, rami e fondi granulosi. Sul recupero non esistono regole assolute: talvolta risulta efficace se lento e costante; in altre circostanze un’azione fulminea conduce a risultati migliori.

I lanciatori hanno libera scelta tra monofilo, fluorcarbon e trecciati. Un’esca artificiale montata con il monofilo, data la sua elasticità, si rivelerà più naturale e meno rigida al persico. Ma, per contro, la sensazione in canna della mangiata diverrà meno evidente. E i pesci avranno quindi maggiori vie di fuga.

Per quanto riguarda il monofilo è consigliabile affidare le proprie speranze al cavetto d’acciaio. Magari affiancato da moschettoni ridotti.

Così le esche piccole si muovono correttamente e rimangono adescanti. Un altro aspetto interessante riguarda il cavetto o lo spessore del filo. La velocità di affondamento dell’esca artificiale e la capacità di trattenerne la caduta incidono sul duello.

Pesca del pesce Persico: grandi laghi

Il discorso qui cambia. Nei grandi ambienti, dove la pesca divampa 365 giorni l’anno, si mette in atto una strategia prevalentemente basata sulla ricerca. Utilizzare la barca e l’ecoscandaglio, dove legalmente autorizzato, è fondamentale per attaccare i branchi. E mettere a segno eccellenti catture.

In seguito al periodo di frega (ossia riproduttivo) persici reali presidiano le acque basse, particolarmente rigogliose come vegetazione.

A ogni modo, nella pesca estiva e invernale sarebbe cosa buona scansionare gli scalini, i cambi di profondità ed i margini delle secche. La ricerca si complica in piene acque aperte.

I pescatori di medio-basso livello dovrebbero proiettarsi al centro lago. Strati di termoclino celano, infatti, folti branchi. Ai quali si aggregano anche i persici. Con termoclino si fa riferimento a un tratto d’acqua dove la temperatura differisce rispetto alle zone limitrofe.

Un valore piuttosto attendibile in merito alla profondità dov’è più facile incontrare il predatore. Temperatura, luminosità e ossigenazione fanno sì che i pesci proliferino.

Ecoscandaglio

In piena navigazione, se, ben regolato, segnalerà dove è presente una certa turbolenza. Non è nient’altro che l’evoluzione dello scandaglio, strumento di cui i marinai si sono serviti per millenni. A renderlo efficace la stessa tecnologia del Sonar (SOund Navigation And Ranging).

In sostanza, registra il tempo tra l’emissione e il ritorno dell’impulso sonoro. Un valore poi dimezzato. Così rileva la profondità dell’acqua. Prestando attenzione alla profondità, emergerà che, in quella determinata zona, la turbolenza staziona sempre alla medesima altezza. Idem per la mangianza.

Un territorio in cui abitualmente il persico abitualmente bazzica.

Fino ad una certa età conduce una vita gregaria, in branco. Col passare del tempo, i grossi esemplari diventano solitari. Una volta rintracciata la preda tanto ambita entrano in azione.

I persici di branco attaccano le esche contemporaneamente. In base al successo conseguito dalla strategia perseguita, andranno regolati colore, dimensione e tipo di esca.

Attrezzature e tecniche

Generalmente basta prendere una canna dai 15 ai 20 metri di lunghezza. Non eccessivamente veloce, con un range di lancio fino a 20 grammi.

Grazie allo strumento diventa semplice manovrare piccoli minnow, rotanti, grub siliconici, montati su testa piombata e shad in gomma.

Il mulinello, leggero, è importante che sia veloce e affidabile. Per le canne, vanno bene quelle da spinning, sensibili e nervose, o in verticale, col bracciolo sulla lenza. Caldamente suggerite, nella pesca a recupero, le canne adatte alla tremarella, avendo cura di adottare un attrezzo abbastanza rigido.

Di riflesso, cresce, in misura significativa, la percezione delle tocche e abboccate da parte del pesce.

Relativamente ai terminali, un fluorcarbon da 20mm è adatto a ogni condizione. Per pesci sospettosi si può ridurre il diametro. L’attrezzatura da pesca è possibile acquistarla anche sul sito Deplaya.

Scoubidou

Non uno, non due, ma 5 ami. È il tratto peculiare. Su ciascuno si fissa un tubicino di plastica colorata, solitamente rosso.

Lanciare l’amettiera in mezzo alla minutaglia (piccole alborelle, code rosse ecc.) ed attendere che i piccoli abbocchino.

Accorreranno, eseguendo piccoli richiami con la canna.

Il luccichio dei pesci agganciati attirerà i predatori: se in zona sferreranno un attacco repentino.

Pesca a spinning

Nella bella stagione i persici stazionano a varie profondità. Ed è per questo che insidiarli a spinning si rivela emozionante.

Come primo passaggio, si prendono le esche rotanti: indicato un Mepps (o Ilba) 2 con paletta argentata oppure dorata. E Martin 4, con paletta argentata e corpo rosso o anche giallo. 

Comunque negli ultimi anni si sono diffuse sul mercato esche a spinning su misura, come minnow, jerk, crank, lipless e grub. Inoltre, trovano massico ricorso le esche dedicate al light game. Leggerissime, riservano sorprese in continuazione. Su una barca, il lancio va eseguito dal centro lago in direzione canneti.

Esche naturali per la pesca del pesce persico

In quanto predatore onnivoro, al persico reale piacciono vermi e cagnotti. Il meglio di sé lo dà nella stagione autunnale. Ma va altresì puntualizzato che situazioni di pesante umidità alimentano succose catture, sia dalla barca che da riva.

Pesce vivo

Modus operandi che alletta diversi pescatori. Il persico, goloso, parte verso i piccoli pesci. E, abboccato all’esca, la ingoia sul posto, tornando verso la sua tana. Salvo poi precipitare sul fondo.

La scena è cruenta, ma, in un certo senso, spettacolare. Per sfidare il persico al meglio serve, anzitutto, una canna ad azione light: indicativamente, deve pesare tra 1 e 10 grammi, di lunghezza pari a 1,80/2,10 metri.

Montare dunque un mulinello di taglia 1500-2000, con 0.18 in bobina. Nylon e trecciato sono opzioni altrettanto valide: dipende dal pescatore. A grandi linee, il nylon dicroico, con colorazioni neutre, è ben accetto nelle battute meno gravose.

Mentre per accaparrarsi persici medio-grandi, magari affiancati dai persici trota in ambienti irti di ostacoli, vince il trecciato.

A corredo crank da 3-5 cm. Tale espressione identifica le esche artificiali che riproducono, come sembianze, il pesce foraggio. Onde evitare di incagliarsi sul fondo, e raggiungere velocemente maggiori profondità, contiene una paletta grande come dimensioni.

Altrettanto preziosi i cucchiaini rotanti, già accennati in precedenza: le misure 1, 2 e 3 vanno più che bene.

Un’accortezza avveduta è di rimpiazzare le ancorette con modelli senza ardiglione: preservano l’apparato boccale dei pesci. Al contempo facilitano il rilascio della preda e rispettano il persico.

Pesca del pesce Persico: Drop Shot 

È pensata e studiata per catturare il black bass. Ma si presta perfettamente anche al persico reale. Rispetto a quelle utilizzate in riva, prevede canne accorciate. Per montarle in maniera corretta si legano uno o due ami alla lenza madre, fissando il piombo all’estremità inferiore.

A bordo della barca, si lascia scendere il piombo in profondità. Nel frattempo continuare ad alzare leggermente la montatura e le esche, riprendendo il contatto col fondo.

Durante il processo alternare pause, tremolii e saliscendi. In mangiata solitamente bisogna aspettare qualche istante prima di ferrare. Ma ogni stagione e ogni luogo presenta caratteristiche uniche.

Il timing preciso di ferrata dunque varia, anche in relazione allo spot presidiato.

Jigging

Proficua in verticale o con lunghi lanci. L’esca artificiale deve sfiorare l’acqua, per poi recuperare il polo in eccesso.

Dopodiché si lascia scendere l’artificiale in profondità. Guardia alta sempre però: le mangiate possono avvenire anche in calata. Con l’esca che arriva sul fondo, il filo andrà leggermente in bando. E da qui partirà il gioco.

Nel Nord Europa diversi pescatori si mettono all’opera con il mulinello. Alternare mezzo giro (o un giro al massimo) di mulinello e pause. Oppure il cimino. Sollevato, si stacca verticalmente l’esca artificiale dal fondo: per risalire basta prendere una pausa. Se c’è scarsa sensibilità dell’esca sul fondo aumentare il peso della testa.

Le lenze terminali, attaccate con uno o più braccioli, danno soddisfazioni nella pesca in verticale, su ostacoli. Dove, mediante il piombo, arrivano al fondale, per poi riportare in superficie il jig, cercando di sondare tutti gli strati d’acqua nei paraggi.

La lenza madre può altrimenti basarsi su un terminale o svolazzo. A cui allacciare direttamente la lenza madre con una girella tripla.

Dopodiché una torpilla, ivi inserita, la trascina in profondità e viene lasciata libera. È una ricerca trasversale, atta a individuare i pesci negli strati d’acqua adiacenti.

Ledgering nella pesca del pesce persico

Il boccone statico è altresì capace di suscitare interesse nel persico reale. Per prenderlo è necessaria una canna da 3,60 a 3,90 metri, con azione massima compresa nel range 60/80 grammi.

Le cime esibiscono una verniciatura colorata. Pongono in risalto le tocche del pesce, ponendo enfasi anche su quelle meno marcate. Montare un mulinello di taglia 2000/3000 e caricarlo con dello 0,16 in bobina. Lungo il trave inserire un anti-tangle arrestato da perlina e girella.

Un terminale da 30-40 cm con amo n. 12 a gambo corto innesca due bigattini. Per pasturare nella zona prescelta esiste la fionda. Farcirla con mais, bigattini e una spruzzata di pastoncino rosso: donerà un mix brunastro.

Prima della pesca provare con qualche lancio preventivo.